Testo della poesia
1. Felicità raggiunta, si cammina
2. per te sul fil di lama.
3. Agli occhi sei barlume che vacilla,
4. al piede, teso ghiaccio che s’incrina;
5. e dunque non ti tocchi chi più t’ama.
6. Se giungi sulle anime invase
7. di tristezza e le schiari, il tuo mattino
8. è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
9. Ma nulla paga il pianto del bambino
10. a cui fugge il pallone tra le case.
Parafrasi affiancata
1. Felicità che sei stata ottenuta, si cammina
2. A causa tua come se si fosse sul filo di una lama
3. Per gli occhi sei come una luce che trema
4. per il piede, come il duro ghiaccio che si spezza
5. E dunque non ti sfiori chi ci tiene di più a te.
6. Se arrivi nelle anime piene
7. di tristezza e le illumini, il tuo arrivo
8. è piacevole e instabile come i nidi sui cornicioni
9. Ma niente ripaga il pianto del bambino
10. a cui sfugge il palloncino tra le case.
Parafrasi discorsiva
Felicità che sei stata ottenuta, a causa tua, si cammina sempre come in equilibrio sul filo di una lama. Per gli occhi sei come una luce incerta che trema, per il piede sei come il duro ghiaccio che si spezza; e dunque non ti sfiori chi tiene di più a te. Se arrivi nelle anime piene di tristezza e le illumini, il tuo arrivo è piacevole e inquietante, instabile come i nidi sui cornicioni. Ma niente ripaga il pianto del bambino a cui sfugge il palloncino tra le case.
Figure Retoriche
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Allitterazioni
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Enjambements
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Personificazione
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Apostrofi
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Ossimori
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Similitudini
- Parallelismo “Agli occhi sei barlume che vacilla, / al piede, teso ghiaccio che s’incrina” (vv. 3-4).
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Metafore
Commento
La poesia Felicità raggiunta, si cammina appartiene alla raccolta di Montale Ossi di seppia. Ossi di seppia è la prima raccolta in versi di Montale: essa appare molto originale, poiché riesce a rielaborare profondamente la tradizione. Si può considerare, in un certo senso, il rovesciamento dell’Alcyone dannunziano, poiché anche quello di Montale è il diario di un’estate, ma dominato dal tema del “male di vivere”. Il titolo allude agli scheletri delle seppie e agli inutili scarti che galleggiano e sono trascinati a riva dalla corrente, perché “rifiutati” dal mare, che, peraltro, è il principale protagonista della raccolta.
Il tema chiave che emerge dall’analisi di Felicità raggiunta, si cammina, enunciato nel primo verso, è quello del raggiungimento della felicità, come indica chiaramente il participio passato raggiunta del primo verso. Ma ovviamente il poeta è ben consapevole che è una conquista estremamente fragile ed effimera, destinata ad essere continuamente minacciata da qualunque agente esterno, che l’uomo non è in grado di contrastare.
Quando la felicità arriva in un’anima triste, il suo avvento improvviso rappresenta una sorta di miracolo che la rallegra e la illumina, ma resta sempre una sensazione di precarietà e instabilità, espressa già nel secondo verso dall’idea del camminare sul filo di una lama, poi dalla luce vacillante e dal ghiaccio incrinato e infine dalla similitudine con i nidi in equilibrio sui cornicioni. Questa sensazione diventa apertamente angoscia negli ultimi due versi: per il bambino, la perdita del palloncino è fonte di un pianto inconsolabile. Pertanto, se nella prima parte della poesia si descrive la felicità, negli ultimi due versi, al contrario, si palesa il dramma della sua perdita, come evidenzia anche la forte congiunzione avversativa “ma” del verso 9, che fa chiaramente capire che il dolore è destinato a prevalere sui brevi momenti di felicità.
La felicità si manifesta come un attimo di epifania, illusione, destinata a essere inevitabilmente provvisoria, anche se è in grado non solo di addolcire, ma anche di smuovere positivamente l’animo di color che raggiunge, come emerge dall’apparente ossimoro del v. 8, dolce e turbatore. Come è tipico della poesia di Montale, la felicità, essendo un concetto astratto, viene rappresentata e descritta attraverso oggetti concreti e quotidiani – il filo della lama (v. 2), il barlume che vacilla (v. 3), il ghiaccio che si incrina (v. 4) – che ne costituiscono i correlativi oggettivi e ne mettono in luce l’instabilità.