Testo della poesia

1. Como l’argento vivo fugge ‘l foco,
2. così mi fa del viso lo colore
3. quand’eo vi son davanti in nessun loco,
4. per domandarvi, bella, gioi’ d’amore;

5. veggendo voi, ardiment’ho sì poco,
6. ch’io non vi saccio dicer lo mio core;
7. così, tacendo, perdo d’aver gioco,
8. se voi non fate come ‘l bon segnore,

9. che ‘nanti ch’om chieda si n’avede,
10. cotant’ha in sé di bona conoscenza,
11. la’nde lo servidor non è perdente:

12. lo domandar non noccia a chi ben crede,
13. poi che a lingua cherir agio temenza,
14. e co lo cor tuttor vi son cherente.

Parafrasi affiancata

1. Come il mercurio rifugge il fuoco,
2. così fa il colorito del [mio] viso
3. quando io sto davanti a voi in qualunque luogo,
4. per domandarvi, mia bella, la gioia derivata dall’amore;

5. quando vi vedo, ho così poco coraggio,
6. che non so esprimere ciò che sento nel cuore;
7. così, tacendo, perdo ogni possibilità [di ottenere il vostro amore],
8. a meno che voi non facciate come il buon signore,

9. che prima che qualcuno chieda già se ne accorge,
10. tanto è grande la saggia comprensione che ha in sé,
11. e in questo caso il servitore non è perdente [cioè, ottiene ciò che desidera]:

12. il domandare non danneggi chi crede di poter avere successo,
13. mentre io ho timore ad esprimere a parole il mio desiderio,
14. e tuttavia con il cuore continuo a chiederne la soddisfazione.