Testo della poesia
1. San Lorenzo, io lo so perché tanto
2. di stelle per l’aria tranquilla
3. arde e cade, perché si gran pianto
4. nel concavo cielo sfavilla.
5. Ritornava una rondine al tetto:
6. l’uccisero: cadde tra i spini;
7. ella aveva nel becco un insetto:
8. la cena dei suoi rondinini.
9. Ora è là, come in croce, che tende
10. quel verme a quel cielo lontano;
11. e il suo nido è nell’ombra, che attende,
12. che pigola sempre più piano.
13. Anche un uomo tornava al suo nido:
14. l’uccisero: disse: Perdono;
15. e restò negli aperti occhi un grido:
16. portava due bambole in dono.
17. Ora là, nella casa romita,
18. lo aspettano, aspettano in vano:
19. egli immobile, attonito, addita
20. le bambole al cielo lontano.
21. E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
22. sereni, infinito, immortale,
23. oh! d’un pianto di stelle lo inondi
24. quest’atomo opaco del Male!
Parafrasi affiancata
1. San Lorenzo, io so perché un numero così grande
2. di stelle attraverso l’aria tranquilla
3. brilla e cade, perché un pianto così grande
4. risplende nella volta del cielo.
5. Una rondine stava ritornando al suo nido:
6. fu uccisa: cadde tra i rovi:
7. aveva nel becco un insetto:
8. la cena per i suoi figlioletti.
9. Ora è là, come se fosse in croce, che tende
10. quel verme verso quel cielo lontano;
11. e i suoi piccoli sono nell’oscurità ad aspettarla,
12. pigolando sempre più piano.
13. Anche un uomo stava tornando a casa:
14. fu ucciso: disse: “Vi perdono”;
15. e nei suoi occhi sbarrati restò soffocato un grido:
16. portava in regalo due bambole.
17. Ora là, nella casa solitaria,
18. lo aspettano, lo aspettano inutilmente:
19. lui immobile, sbigottito mostra
20. le bambole al cielo lontano.
21-22. E tu, Cielo, infinito, eterno (“infinito” ed “eterno” corrispondo a “infinito” e “immortale” del v. 22), dall’alto dei mondi sereni,
23. inondi di un pianto di stelle
24. questo corpuscolo senza luce caratterizzato solo dal male.
Parafrasi discorsiva
San Lorenzo, io so perché un numero così grande di stelle brilla e cade attraverso l’aria tranquilla, perché un pianto così grande risplende nella volta del cielo. Una rondine stava ritornando al suo nido: fu uccisa: cadde tra i rovi: aveva nel becco un insetto: la cena per i suoi figlioletti. Ora è là, come se fosse in croce, che tende quel verme verso quel cielo lontano; e i suoi piccoli sono nell’oscurità ad aspettarla, pigolando sempre più piano. Anche un uomo stava tornando a casa: fu ucciso: disse: “Vi perdono”; e nei suoi occhi sbarrati restò soffocato un grido: portava in regalo due bambole… Ora là, nella casa solitaria, lo aspettano, lo aspettano inutilmente: lui immobile, sbigottito mostra le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, infinito, eterno, dall’alto dei mondi sereni, inondi di un pianto di stelle questo corpuscolo senza luce caratterizzato solo dal male.
Figure Retoriche
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Allitterazioni
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Analisi e Commento
Nella raccolta Myricae (parola latina, che significa “piccoli arbusti”, citazione virgiliana), Pascoli canta i motivi del mondo della natura, caricandoli di significati simbolici. Infatti, la sua poetica, detta “del fanciullino” (dal titolo di un saggio di poetica, da lui pubblicato nel 1897), consiste nel sapere trovare la poesia negli oggetti quotidiani, nella campagna e nella natura che ci circonda, osservandoli con lo stupore e la meraviglia di un bambino, che consentono di riscoprirne i lati segreti e la purezza originaria. Si tratta di componimenti generalmente brevi e lineari, che rappresentano quadretti di vita campestre che si caricano di significati misteriosi e spesso evocano l’idea della morte. È in quest’ottica che la celebrazione delle piccole cose e del “nido” si può leggere come un baluardo che il poeta erige contro le forze inquietanti e minacciose.
Nello specifico, in X Agosto, ricchissima di simboli, Pascoli, come in molti altri componimenti di Myricae, rievoca la tragedia dell’uccisione di suo padre, avvenuta il 10 agosto 1867, trent’anni prima della stesura della poesia. Il 10 agosto è, però, anche il giorno di San Lorenzo, quello in cui, secondo la tradizione popolare, si verifica il fenomeno delle stelle cadenti. Le stelle che cadono in quella notte, nell’immaginario pascoliano, rappresentano il pianto del cielo sulla malvagità degli uomini: quest’immagine rende l’idea di un cosmo profondamente umanizzato.
Prendendo le mosse dalla propria tragica vicenda personale, il poeta affronta i grandi temi del male e del dolore: gli elementi familiari e biografici vengono trasposti su un piano universale e cosmico. Così, la rondine e il padre uccisi, posti in evidente parallelismo (ritornava una rondine al tetto, v. 5 – anche un uomo tornava al suo nido, v. 13; “l’uccisero: cadde tra spini”, v. 6 -“l’uccisero: disse: Perdono”, v. 14; “ella aveva nel becco un insetto”, v. 7 – “portava due bambole in dono”, v. 16; “tende / quel verme a quel cielo lontano”, vv. 9-10 – “addita / le bambole al cielo lontano”, v. 20), diventano il simbolo di tutti gli innocenti perseguitati ed alludono scopertamente alla figura di Cristo, la vittima per eccellenza, che perdona i suoi carnefici sulla croce, richiamata già nel titolo, con il numero romano X. La rondine che stava tornando al suo nido portando un verme per i suoi piccoli, è stata uccisa durante il tragitto e li ha lasciati soli ed affamati; allo stesso modo, il padre del poeta viene ucciso mentre sta tornando a casa, il “nido” chiuso e protetto, portando due bambole in dono alle figlie, che ora lo aspettano vanamente, proprio come i piccoli della rondine aspettano la madre, ormai affamati e morenti. L’unica differenza tra la rondine e il padre in punto di morte sta nella parola “perdono” pronunciata dall’uomo.
La struttura del componimento è circolare (Ringcomposition), poiché esso si apre e si chiude con l’immagine del cielo inondato di stelle cadenti, simboli del dolore (vocativo “San Lorenzo”, v. 1 – vocativo “E tu, Cielo”, v. 21; “aria tranquilla”, v. 2 – “mondi / sereni”, vv. 21-22; “sì gran pianto”, v. 3 – “pianto di stelle”, v. 23). Il Cielo, ossia Dio, è sentito come lontano, distante, indifferente, separato dal mondo, capace solo di guardarlo dall’alto e di “piangere” sulle miserie umane, ma non di lenirne in nessun modo le sofferenze. Il male, personificato, è incomprensibile per l’uomo, che si sente sempre in balia di un insondabile destino. La Terra, nell’economia dell’universo, al cospetto dell’immensità del Cielo, non è altro che un “atomo opaco”, un minuscolo ed insignificante corpuscolo che non brilla neppure di luce propria.
Di fronte alla malvagità del mondo, l’unico rifugio, dovrebbe essere il “nido”, unico luogo protetto in cui trovare pace, ma la casa è anch’essa “romita”, solitaria, lacerata dalle tragiche vicende del mondo, dunque insufficiente a proteggere l’uomo, a cui non resta che invocare invano il “pianto di stelle” del cielo che lo soccorra e partecipi del suo dolore.
Confronti
In X Agosto è riconoscibile la poetica personale e generale che Pascoli elabora ne Il fanciullino (1897), pubblicato a un solo anno di distanza dalla lirica in questione e in concomitanza con le varie edizioni di Myricae. Rifacendosi a…
Domande di verifica sono spesso basate sui confronti tra diverse opere e autori.
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Non è anafora anche ”tornava una rondine al tetto” ? grazie comunque!
scusa volevo dire anastrofe nel commento precendente
Sì, hai ragione Lucreazia :).
molto utile, grazie !
Di nulla Greta, grazie a te del commento ;).
grazie mille sei stato utilissimo!!
non so come ringraziarti
Per ringraziarci basta davvero poco Julian, un like :D.
Grazie ragazzi siete utilissimi. Non solo per questa poesia ma anke per altre
Un piacere, a presto 😉
Sono una studente francese e devo ringraziarvi perché quest’articolo è stato di un aiuto grandissimo per me !
Grazie mille 🙂
Ci fa molto piacere Laura, grazie a te! 😉
molto utile questo sito, permette ai giovani come me di capire al meglio la letteratura. Grazie davvero!
Ci fa davvero piacere Mattia. Grazie e continua a seguirci! 😉
Fantastica !!!!!!!! Grazie
Grazie a te del commento Giovanna! Mi raccomando quando ti piace qualcosa un bel like… ci aiuta molto. A presto 😉
grazie a voi finalmente la letteratura è molto più facile…grazie di tutto
voglio sapere qual’e lo schema delle rime apparte questo e fantastica!!!!!!!!!!!!!<3
Ciao Francesca, è scritto in alto: rima alternata (schema ABABCDCD).
A presto 😉
veramente utile, mi avete dato una grossa mano per la tesina! 🙂
Sarebbe molto bello se metteste anche le vostre considerazioni.
Per il resto, personalmente, credo che stiate facendo un grande lavoro.
Molto utile
molto utile ma, anche se forse sbaglio, non dovreste sottolineare il parallelismo tra la rondine e l uomo? Scusate se mi sbaglio ancora grazie.